Contenuti del Cham
Il Cham esprime il contenuto della religione in modo teatrale e simbolico ed è utilizzato soprattutto come un potente mezzo per esorcizzare le negatività. Molti dei personaggi rappresentano entità convertite al bene e le trame, con intrecci a volte complessi, nel loro insieme ottengono la sconfitta dei demoni a cui si attribuisce la capacità di infliggere sfortune e calamità. La dinamica con cui viene svolto questo dramma varia, ma alcuni passi sono abbastanza ricorrenti, come si cercherà di sintetizzare di seguito.
I monaci, condotti dalla guida esperta di un Lama, eseguono all’interno di un tempio riti e pratiche di visualizzazione tantrica che si protraggono spesso per alcuni giorni, a volte anche nella notte, e dispongono di fronte alle statue sacredelle offerte molto elaborate e simboliche, utili per chiamare la presenza delle entità. Anche le maschere che verranno utilizzate nelle danze vengono purificate con opportuni riti, perché verranno "abitate" dalle entità che raffigurano. Spesso, in un punto particolare nel tempio delle cerimonie o nel tempio dedicato alle divinità tutelari, vengono posti dei simboli, a volte una statuetta dalle sembianze umane in forma maschile eccitata, circondati da oggetti fatti con fili colorati intrecciati in forme geometriche tenuti da leggeri telai di legno, contornati da pugnali rituali con tre lame (i phurba) o altri oggetti dell’universo tantrico: queste figure rappresentano i demoni e fili e armi servono a tenerli prigionieri. All’interno di questo spazio, grazie ai riti e alla forza concentrativa, vengono convogliate tutte le negatività, e queste sono a loro volta assorbite nei simboli e nell’effige del demone.
Quando la preparazione è terminata iniziano le danze; lo spazio dove si svolgono è un luogo che viene purificato ed è considerato un mandala, la dimora delle divinità. Alcune rappresentazioni hanno uno scopo descrittivo di contenuto religioso o anche storico ma i personaggi di queste storie appartengono sempre ai mondi sottili: durante le esecuzioni i monaci con l’ausilio del suono di tamburi, cornie canti rituali e tramite pratiche di meditazione concentrativa richiamano la presenza di ciascuna delle entità o dei maestri spirituali che sono identificabili nelle maschere e costumi indossati dal danzatore. Questi esseri sono ritenuti effettivamente presenti durante le rappresentazioni, in una forma che è visibile all’occhio di iniziati che abbiano sufficienti qualità spirituali. Dopo varie scene si giunge ad un apice in cui le entità benefiche provvedono a distruggere l’effige del demone che era stato preparato durante le cerimonie e che viene di solito posto al centro del cerchio di danza. Quando l’esorcismo è completato i resti del demone vengono eliminati, a volte bruciati, all’esterno dei confini del luogo consacrato e purificato; in alcuni casi viene fatta una processione e i resti sono portati all’esterno dell’area abitata in un punto specificamente scelto.
Oltre a questi riti di purificazione vengono solitamante svolte anche delle rappresentazioni descrittive con trame che spaziano da celebrazioni di fatti, personaggi e accadimenti, a episodi d'insegnamento morale, a descrizioni dei mondi sottili, con un insieme molto ampio di possibili varianti includendo anche una vena umoristica e satirica che a volte arriva ad essere un'ironica presa in giro di valori e consuetudini.
Un commento? Nel nostro universo culturale questa ritualità è stata a volte razionalizzata come un insieme di fatti simbolici che descrivono un processo di purificazione dove si riversano nell’oggetto il male che si è compiuto e la propensione stessa a compiere azioni non virtuose, mentre i personaggi sono stati interpretati come manifestazioni di parti dell’inconscio.
Ma per i partecipanti al Cham le entità ed energie evocate sono un fatto più che reale, nel senso che sono ritenute effettivamente presenti e sono vissute come le forze che condizionano lo spazio esistenziale: agiscono sulle coordinate e dimensioni entro cui ognuno sviluppa la propria dinamica soggettiva ed hanno la capacità di facilitarne od ostacolarne benefici e scopi. Ne consegue che il poter interagire con queste direttrici profonde consente di plasmare in modo più favorevole il destino della comunità ed anche dell’individuo.
E noi, cosa pensiamo?